mercoledì 6 luglio 2016

La città di Jaipur

Hawa Mahal Jaipur.jpg
L'Hawa Mahal (Palazzo dei Venti)
Con una popolazione di circa 3 milioni di abitanti, Jaipur è la città più grande e la capitale dello stato indiano del Rajasthan.
Fondata nel non lontano 1727, ancora oggi conserva quasi intatta la planimetria originale protetta da una cinta muraria al cui interno si trovano alcuni dei più famosi monumenti indiani.

Per sopperire alla cronica carenza d’acqua, ospitare la crescente popolazione e  migliorare il sistema difensivo, il Maharajà di Amer, Jai Singh II, decise, verso i primi anni del XVIII secolo, di fondare una nuova città, in un’ampia pianura distante circa una decina di chilometri dall’originale capitale Amer.
Grazie alle estese ricchezze della dinastia ed ai numerosi interessi del fondatore, ben presto Jaipur divenne la città più importante ed artistica del Rajasthan, posizione che seppe mantenere anche grazie ad intelligenti rapporti diplomatici con gli invasori stranieri, prima i Moghul quindi gli inglesi.
In questo modo la città ebbe una storia piuttosto pacifica ed è per questo motivo che ancora oggi ospita pregevoli monumenti ottimamente conservati.

In particolare meritano una citazione (e possibilmente una visita): l’osservatorio astronomico del Jantar Mantar; il palazzo reale, chiamato City Palace; l’Hawa Mahal, il cosiddetto palazzo dei venti; e l’antico luogo di pellegrinaggio indù di Galta.
Anche le fortificazioni di Jaipur situate nei pressi della città si sono conservate piuttosto bene, soprattutto il gigantesco Forte di Amer, per i dettagli dei quali rimandiamo ad un precedente post dedicato al soggetto (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/03/forti-del-rajasthan-ii-parte.html).

Le lunghe mura della città formano una sorta di grande rettangolo diviso da un’ampia via centrale dalla quale si dipartono perpendicolarmente altri viali e strade con un semplice ma efficace piano urbanistico ispirato ai principi del Vastu Shastra e Shilpa Shastra (due antichi manuali di architettura)
Particolare che colpisce subito l’occhio dei visitatori e per il quale Jaipur viene chiamata “The Pink City”, le mura e gran parte degli edifici di quest’area sono colorati di rosa, tradizione iniziata nel 1876 dal Maharajà Sawai Ram Singh, come benvenuto per una visita del Principe di Galles Edoardo Alberto, che nel 1901 diventerà Re d’Inghilterra, con il nome Edorardo VII.

I tre monumenti principali di Jaipur si trovano poco lontani gli uni dagli altri rendendo quindi la loro visita, oltre che interessante, anche piuttosto comoda.
Entrando attraverso le mura presso la Chandpol Gate e proseguendo lungo alcune deviazioni sulla sinistra, si giunge al meraviglioso Jantar Mantar, un gigantesco osservatorio astronomico ospitato dentro ad un ampio giardino.
Tra i vari interessi del fondatore della città Jai Singh II vi fu infatti l’astronomia, per lo studio della quale, tra il 1724 ed il 1735, fondò ben cinque grandi osservatori situati in importanti luoghi astronomici dell’India, oltre a Jaipur: Delhi, Ujjain, Mathura e Varanasi.
Lo Jantar Mantar di Jaipur è sicuramente il più grande e complesso tra questi osservatori ed ospita numerosi strumenti, spesso anche di gigantesche dimensioni, per calcoli astronomici quali la posizione del sole, delle stelle e dei pianeti.
L’altissimo gnomone della meridiana principale è addirittura fornito di ripide scale di pietra sulla cima delle quali si può godere di un’ottimo sguardo panoramico sul resto del complesso, nonchè della città.

Poco oltre l’entrata dello Jantar Mantar, sulla sinistra si trova il grande ed elaborato portale di marmo per accedere al City Palace, l’enorme complesso del palazzo dei Maharajà di Jaipur, che ospita meravigliosi e decoratissimi cortili ed edifici, in un piacevole stile ispirato all’architettura Rajput, Moghul ed Europea.
Tra i monumenti più importanti: il decoratissimo Mubarak Mahal in marmo bianco costruito come luogo dove ricevere i visitatori e che oggi ospita invece un piccolo museo di curiosità da Maharajà, soprattutto vestiti.
Il Chandra Mahal (letteralmente Palazzo della Luna) è l’edificio più imponente, costruito in marmo ed arenaria e dentro al quale sono ospitate alcune delle stanze più sfarzose del complesso del City Palace.
Degne di nota sono anche le decoratissime porte d’accesso al cortile del Chandra Mahal, tra cui la meravigliosa Porta del Pavone, sormontata da tre coloratissimi pavoni.
Molto eleganti sono anche la Diwan-I-Khas, la sala delle udienze private, e la Diwan-I-Aam, la sala delle udienze pubbliche.
Purtroppo questi sono gli unici edifici aperti al pubblico a causa del fatto che gran parte del City Palace è ancora oggi abitato dai discendenti della famiglia reale.

Proseguendo per qualche decina di metri l’apparentemente insignificante stradina di fronte all’uscita, si giunge all’entrata del Hawa Mahal, il noto Palazzo dei Venti.
Dopo aver ammirato lo sfarzo del City Palace, l’interno del Hawa Mahal risulta abbastanza spoglio e non particolarmente interessante, se non fosse la parte superiore dove si accede al famoso muro riccamente decorato.
È questa infatti la parte più artistica, grazie alle numerosissime finestre scolpite a nido d’ape nell’arenaria che permettevano alle donne di guardare fuori senza essere a loro volta osservate; chiaramente si apprezza ancora meglio dalla strada esterna che scorre ai suoi piedi.

Il complesso religioso di Galta si sviluppa in una piccola gola appena fuori dalla città ed ospita alcuni templi, ostelli e centri di meditazione.
Nonostante questo, escluso i periodi di festa, l’area risulta essere piuttosto tranquilla ed il percorso che l’attraversa molto piacevole.
Appena oltre la cinta muraria di Jaipur, presso la grande Surajpol (Porta del Sole), si trova un ampio sentiero che sale a zig zag fino alla cima di una ripida e brulla collina, dov’è collocato il panoramico Tempio del Sole.
Alle sue spalle si apre la gola di Galta scavata da una piccola sorgente d’acqua che viene raccolta in alcune vasche molto suggestive, ricavate tra la scalinata e la roccia.

Nello spiazzo pianeggiante si trovano alcuni templi ed ostelli in un interessante stile indosaraceno.

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