Grazie alla notevole importanza religiosa ed altri
favorevoli fattori, Bodhgaya è uno dei luoghi turistici più visitati ed
apprezzati nel nord dell’India.
Intanto è aiutata dalla posizione geografica, a circa 200
chilometri da Varanasi e sulla strada tra questa e Calcutta (distante circa 500
km), che fa di Bodhgaya anche una comoda tappa per interrompere il lungo
viaggio tra queste due città.
Secondo, essendo il luogo dove il Buddha si illuminò, è da
tempo riverito come il più importante per i buddisti dal punto di vista
spirituale e sono presenti numerosi istituti religiosi di vario tipo.
Il terzo motivo per cui Bodhgaya è piuttosto frequentata ed
attiva, è che nei mesi invernali da Gennaio a Marzo, per sfuggire al freddo
intenso del suo acquartieramento sui monti indiani, il Dalai Lama trascorre qui
un po’ di tempo, cogliendo anche l’occasione di organizzare degli
apprezzatissimi discorsi pubblici che attirano fedeli buddisti da tutto il
mondo.
Quarto ed ultimo motivo del successo turistico di Bodhgaya
è lo stupendo Tempio Mahabodhi e l’affascinante zona sacra sviluppatasi ai suoi
piedi.
Costruito intorno al V-VI sec. d.C. sul luogo dove si
trovava un piccolo santuario edificato nel III sec. a.C. dall’imperatore
Ashoka, subì numerosi saccheggi e distruzioni da parte dei mussulmani, e cadde
in rovina (anche a causa della decadenza del buddismo in India), finché non
venne riportato alla luce da parte degli inglesi verso la metà del 1800 e
definitivamente ristrutturato secondo le forme originali negli anni ’50.
Con una forma piramidale piuttosto slanciata e ricoperto di
sculture, domina la zona sacra, costituita da un giardino quadrato pieno di
santuari e luoghi di preghiera attivamente frequentati.
Il luogo più importante e riverito è sicuramente il punto
preciso dove il Buddha si sedette in meditazione, oggi rappresentato da un
piccolo trono protetto da un baldacchino, sotto ad un grande albero di fico
bengalese.
L’albero presente attualmente è un discendente di quello
originale, che fu più volte distrutto ed abbandonato, ed è stato ripiantato da
un seme proveniente dal sud dell’India, che a sua volta era stato piantato da
un ramo dell’originale, portato lì nel II-III secolo a.C. dai primi
“missionari” buddisti.
Caratteristica particolare che aiuta a creare una certa
atmosfera di raccoglimento, il giardino si trova qualche metro sotto il livello
del terreno ed è circondato da un’ampia passerella situata sopra alle scalinate
per accedervi, ricordando un po’ la struttura di una piccola arena.
Questo oltretutto permette anche ai semplici turisti di
apprezzare il luogo passeggiando lungo la passerella senza intralciare le
attività dei religiosi, che in quest’area sono particolarmente indaffarati con
i loro rituali.
Oltre al Mahabodhi Temple, essendo Bodhgaya il luogo sacro
buddista più importante, sono presenti templi e monasteri di tutti i paesi con
forte presenza buddista e trovandosi spesso gli uni accanto agli altri è
davvero semplice ed interessante poter confrontare i vari stili.
In particolare, poco lontano dal tempio di Mahabodhi, si trova
una grande area, leggermente scostata dalla strada principale, dove, oltre ad
alcuni alberghi discreti, si trovano: il tempio ed il monastero thailandesi, il
monastero bhutanese, un tempio tibetano, due templi giapponesi, un monastero tibetano,
nonché una grande statua del Buddha seduto in meditazione alta circa 25 metri.
Molto visitato è anche il coloratissimo tempio-monastero
cinese, situato proprio sulla via principale.
Grazie alla presenza permamente di un’attiva comunità
tibetana, il centro di Bodhgaya ospita anche colorati negozietti e bancarelle
di articoli religiosi, artigianato, gioielli, vestiti, creando un’atmosfera
particolarmente vivace.
Interessanti sono anche i ristorantini tipici tibetani che
sorgono in una zona un po’ degradata e sono costituiti da grandi tende di
plastica, quindi esteticamente sono poco invitanti, ma offrono pasti caldi
piuttosto originali per poche rupie.
Oltre a questi, nei numerosi alberghi di varia categoria,
Bodhgaya propone una discreta scelta in ambito culinario, anche considerando il
fatto che ci si trova in una delle regioni dell’India più povere ed arretrate.
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