giovedì 15 settembre 2016

I coccodrilli in India

Il gaviale
In India sono presenti ben tre specie di coccodrilli, tra le 24 che appartengono all’ordine crocodylia: il crocodylus porosus, in italiano coccodrillo marino, il crocodylus palustris, coccodrillo palustre, ed il gavialis gangeticus, gaviale del Gange.
A causa della diminuzione del loro habitat, in particolare la costruzione di dighe, il gaviale è considerato in pericolo critico, il coccodrillo palustre è vulnerabile ed il solo coccodrillo marino è a rischio minimo, grazie al fatto che è presente in tutto il sud dell’Asia fino al’Australia, mentre gli altri due sono diffusi solo nel subcontinente indiano.
Bisogna comunque notare i numerosi sforzi per la conservazione dei coccodrilli, che hanno abbastanza successo anche grazie al tipo di vita di questi grandi rettili, spesso sedentario e geograficamente circoscritto, certamente più facile da monitorare e studiare rispetto, ad esempio, a quello della tigre del Bengala (http://informazioniindiaenepal.blogspot.it/2016/08/la-tigre-del-bengala.html).

In particolare, a circa 40 km dalla città di Chennai, si trova la Madras Crocodile Bank Trust, istituita nel 1976 in collaborazione con il governo, l’ONU e la FAO, proprio per salvaguardare i grandi rettili indiani.
Ma non solo, visto che, al 2011, ospitava ben 14 delle 24 specie di coccodrilli, alligatori e caimani rimasti al mondo, dieci specie di tartarughe e tre di serpenti.
Grazie al successo ed al continuo sviluppo di questa iniziativa, ad oggi le specie presenti dovrebbero essere ulteriormente aumentate.

Il coccodrillo marino in India è presente lungo tutta la costa orientale della penisola e presso le isole Andamane, con particolare predilizione per le foreste a mangrovie, le foci dei fiumi (sia estuari che a delta) e le lagune.
Considerata la specie vivente di coccodrillo più grande al mondo, con misure che possono arrivare e superare i sei metri e peso superiore alla tonnellata, il coccodrillo marino in India a causa della diminuzione dell’habitat è sempre più raro, e per fortuna quindi anche i suoi contatti con l’uomo.
Nonostante ciò, la popolazione di questi giganteschi rettili che abita le mangrovie del Parco Nazionale di Bhitarkanika in Orissa, sembra essere particolarmente sana, visto che è in quest’area che storicamente vengono rinvenuti gli esemplari più grandi.

Il coccodrillo palustre abita fiumi, laghi e paludi del subcontinente indiano, dal Pakistan al Bangladesh, Nepal e Sri Lanka compresi, con una piccola popolazione anche a sud dell’Iran.
Rispetto al cugino marino, il palustre è leggermente più piccolo, con misure che nei maschi arrivano al massimo sui cinque metri, ma data la sua ampia diffusione anche questa specie può diventare talvolta un pericolo per l’uomo o gli animali domestici.
La più alta concentrazione di questi coccodrilli si trova nello stato indiano del Tamil Nadu, nella Riserva di Amaravathi, un vasto specchio d’acqua formatosi nel 1957 con la costruzione di una grande diga.
Al giorno d’oggi sono circa un centinaio gli esemplari adulti e giovanili selvatici che abitano la riserva, a cui si aggiunge un numero simile allevati nel vicino Amaravathi Sagar Crocodile Farm, fondato nel 1976, un vivaio dove i coccodrilli vengono reintrodotti nel loro ambiente, spesso partendo da uova raccolte nella prolifica riserva.

Il gaviale gangetico è l’unica specie del genere gavialis, ed è un coccodrillo specializzato nella caccia ai pesci, come si intuisce chiaramente dal muso estremamente allungato, dove trovano posto più di un centinaio di denti.
Caratteristica molto evidente dei maschi, una volta raggiunta la maturità sessuale, è la crescita di una protuberanza rotonda sulla punta del muso.
Anche il gaviale può raggiungere lunghezze ragguardevoli, forse fino ai sei metri, ma a causa della sua forma affusolata, per nuotare meglio, non raggiunge pesi superiori ai 300-400 chili.
Oltre a queste caratteristiche fisiche, anche il loro ridotto numero fa sì che i rapporti conflittuali con l’uomo siano minimi.
Fino al secolo scorso il gaviale era presente in quasi tutti i grandi corsi d’acqua del subcontinente indiano mentre oggi il loro areale originario è stato ridotto al solo 2% e la loro presenza è limitata a piccole porzioni del Brahmaputra, del Gange e del Mahanadi, un fiume del centro nord dell’India che sfocia nell’Orissa.
Una piccola ma stabile popolazione abita anche alcuni grandi affluenti del fiume Gange nelle zone meridionali del Nepal centro-occidentale.
Seppur anche il gaviale sia oggetto di studi e progetti per la conservazione, il loro numero in lento ma costante declino lo porta ad essere una specie in pericolo critico e due soli gradini dall’estinzione, nella scala a sette livelli dell’IUCN (International Union for the Conservation of Nature).
Nel 1997 la popolazione stimata era di 436 adulti, precipitata a 182 nel 2006 e forse risalita dopo qualche anno a circa 200-300.
Tra i programmi specifici di salvaguardia del gaviale vi sono due centri dove vengono monitorati ed allevati per i primi 2-3 anni di vita, prima di essere rilasciati una volta raggiunte dimensioni più “sicure”.

Un vivaio si trova nel National Chambal Sanctuary, nei pressi dell’omonimo fiume Chambal, affluente del fiume Yamuna, dove risiede una piccola popolazione allo stato selvatico, ed il modesto ma attivo Gharial Breeding Center del Parco Nazionale di Chitwan in Nepal.

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