giovedì 27 aprile 2017

Le etnie del Nepal, III parte

Un tipico tempio dell'etnia Rai in Sikkim, India
Seguendo i dati del censimento del 2011, dopo aver accennato ai primi sei gruppi etnici nepalesi, passiamo ad etnie e caste minori, la cui percentuale è al di sotto del 5% della popolazione totale del paese: i khas-kami che raggiungono il 4.8%, i mussulmani con il 4.4%, gli yadav al 4% ed i rai con il 2.3%.

I kami sono la casta nepalese dei fabbri, facenti parte fino al 1964 degli intoccabili, ma elevati successivamente al rango delle caste dedite al terziario, una definizione più moderna e meno discriminante.
Appartenenti al gruppo etnico di origini indoeuropee dei khas, i kami vivono in prevalenza sulle colline orientali del paese e sono presenti anche in India, nel vicino Sikkim e nell’area di Darjeeling, sulle colline dello stato del West Bengal.
Data la loro origine, sono prevalentemente induisti, circa il 97%, mentre i rimanenti sono buddisti.
Facendo parte dell’etnia khas, i loro usi e costumi sono assimilati alla cultura nepalese in genere e sono difficilmente distinguibili  da altri khas, a parte chiaramente la loro occupazione.

La comunità mussulmana del Nepal non è molto numerosa (4.4%) ma ha origini piuttosto diverse.
La maggior parte dei mussulmani nepalesi vive nelle pianure del Terai al confine con l’India e solitamente sono contadini poveri, che lavorano per grandi proprietari terrieri, ma molti sono impiegati anche come allevatori, macellai, barbieri, tessitori ed altri umili mestieri
Un flusso migratorio di mussulmani di un certo rilievo è quello dei mercanti del Kashmir, che già dal XV secolo iniziarono prolifici scambi commerciali, soprattutto nella Valle di Kathmandu.
Anche negli ultimi 50 anni, a causa delle volatili condizioni politiche del Kashmir seguite alla dipartita dei britannici dal subcontinente indiano, si sta assistendo ad un leggero ma costante aumento di mussulmani kashmiri che in molti casi si dedicano al commercio in negozi turistici che offrono ottimi prodotti artigianali delle loro terre.
Una piccola percentuale di mussulmani nepalesi appartengono invece a gruppi tibetani, anche loro in fuga dopo la conquista del Tibet da parte della Cina nel 1959.

Gli yadav sono un gruppo di caste, talvolta definite anche comunità, d’origine indiana e dedita storicamente all’agricoltura ed alla pastorizia.
Per questi motivi abitano principalmente le fertili pianure del Terai, dove si mischiano ad altre etnie indoeuropee provenienti dall’India.
Linguisticamente parlano quindi idiomi del nord dell’India, come il maithili, il bhojpuri e l’awadhi.

I rai sono genti tibeto-birmane, parte del grande gruppo etnico dei kirati, che entrarono in Nepal da est intorno all’VIII-VII secolo a.C. e dominarono sull’area fino al IV secolo d.C..
Oggigiorno i rai abitano principalmente le colline orientali del Nepal, seppur molti siano scesi in pianura in cerca di impiego.
Insieme ai simili limbu, i rai sono tra i gruppi etnici più caratteristici, inziando dalla religione, che seppur sia sempre più influenzata dall’induismo, è sostanzialmente animistico-sciamanica, con numerose particolarità distintive dagli altri culti nepalesi, come quella di seppellire i defunti invece di bruciarli.

Le loro case hanno solitamente dimensioni modeste e sono in pietra, seppur presso i fiumi e nelle pianure del Terai siano diffuse anche ampie palafitte in legno, simili a quelle del sud-est asiatico, molto utili in caso di non infrequenti innondazioni.

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