venerdì 19 maggio 2017

Danni del terremoto 2015 alla piazza centrale di Kathmandu

I danni al palazzo reale e le piante dedicate alle vittime
dei crolli, sui gradini dove sorgeva il tempio di Narayan
Qualche giorno fa siamo ritornati a Kathmandu, per la prima volta dopo il terremoto che ha colpito il Nepal nell’Aprile-Maggio 2015.
Purtroppo dobbiamo riportare che i danni al patrimonio artistico della città sono stati notevoli, mentre, per fortuna, ci sono sembrati limitati quelli ad altri edifici pubblici ed abitazioni.
Probabilmente questo è dovuto al fatto che i templi furono costruiti molti secoli fa, con materiali piuttosto fragili, mattoni e legno, mentre gli edifici più moderni, grazie all’uso del cemento armato, anche solo che parziale, hanno opposto alla onde sismiche una maggior resistenza.

Provenendo da Pokhara e passando nel distretto di Gorkha, vicino all’epicentro della prima grande scossa, non abbiamo incontrato la devastazione che ci aspettavamo, trovando ancora in piedi costruzioni decrepite anche prima del sisma.
Addirittura era già in funzione la funivia che porta al famoso tempio di Mahakamana, situato poco lontano da Gorkha: il tempio in sé pare avesse subito alcuni danni ma sostanzialmente era rimasto in piedi, mentre riguardo le sorti del piacevole ed utile servizio offerto dalla funivia avevamo qualche dubbio.

La periferia di Kathmandu non ci è sembrata particolarmente colpita dal terremoto, semplicemente perché da sempre è formata in gran parte da costruzioni precarie, in condizioni più o meno pietose, ma sicuramente non è stato d’aiuto nel cercare di ridurle.
Anche entrando in città abbiamo fatto fatica a distinguere i lavori in corso dovuti al lento ma inesorabile progresso, da quelli di riparazione dei danni del sisma; finché non ci siamo avvicinati a Durbar Square...

Traducibile, letteralmente, come la Piazza del Palazzo Reale, la Durbar Square di Kathmandu è da secoli, forse addirittura un millennio, il centro culturale, politico, religioso, sociale ed artistico della Valle di Kathmandu, e quindi in senso lato del Nepal.
Probabilmente, anche per un valore affettivo, continuerà a mantenere alcuni di questi primati, ma i danni del terremoto l’hanno ridotta, al momento, ad una pallida e desolante copia di quello che era prima, visto che, indicativamente, la distruzione ha interessato circa il 50-60% dei templi.

Qui sorgeva un grande templio a tre tetti dedicato a Shiva, a lungo simbolo di questa parte 
della piazza
Provenendo da nord-est, abbiamo ricevuto una delle poche note positive, constatando che il giganstesco tempio di Taleju, che domina l’area, è ancora in piedi.
In realtà le impalcature di bambù e i danni ai piccoli santuari situati agli angoli sono evidenti, ma la struttura principale, grazie alla robusta “costituzione”, sembra aver assorbito le onde sismiche senza troppi problemi.
Entrando nella parte della Durbar Square sulla quella si trova l’entrata del palazzo reale chiamata Hanuman Dhoka, che dà il nome al complesso, sulla sinistra una lamiera nasconde il crollo di un tempio a pagoda, di cui sono rimasti solo i gradini, mentre gli altri tre di modeste dimensioni, hanno subito danni ma sono in piedi, sorretti da pali di legno.
Sempre su questo lato, non sembra essere stato intaccato il grande bassorilievo colorato di Bhairab, che ha resistito grazie al fatto di essere stato costruito da un unico grande blocco di pietra.
Sul lato opposto della strada che attraversa la piazza, oltre all’entrata della centrale della polizia, dei tre piccoli santuari, solo il terzo, quello che protegge una grande campana, si è salvato, seppur con qualche danno, mentre è crollato completamente il tempietto a pagoda dall’inusuale (e poco stabile) pianta ottagonale e la costruzione che proteggeva due enormi tamburi cerimoniali è stata sostituita in fretta e furia da una struttura simile, ma vuota, vista l’assenza dei tamburi; si può comuque ragionevolmente sperare che siano al momento oggetto di riparazione, senza contare che la costruzione sostitutiva forse non è ancora terminata.

La parte centrale di Durbar Square, sulla quale si trova la facciata principale del Palazzo Reale, ha subito decisamente più danni, con i tre grandi templi a pagoda completamente crollati e dei quali al momento rimangono sono gli alti gradini di mattoni.
Si è salvato, seppur con grandi crepe, il più tozzo tempio di Shiva-Parvati, caratteristico per la presenza di due sculture delle divinità che si affacciano da una finestra centrale.
Anche il palazzo della Kumari Devi (la dea bambina o  dea vivente) si è salvato senza grandi danni, seppur anche questo sia retto da vari pali di sicurezza, mentre la facciata del Palazzo Reale (del quale vedremo più avanti) porta evidenti i segni delle scosse.

Proseguendo verso sud-ovest, nella porzione della piazza chiamata Maru Tole è purtroppo crollato il Kasthamandap, l’antico edificio di legno del XII secolo dal quale prese il nome la città.
Indubbiamente l’area al momento ha un aspetto decisamente meno claustrofobico e trafficato, ma era di gran lunga più affascinante prima, anche se ad ogni passo si rischiava di essere investiti da una moto o di cascare su una pila di verdure vendute per terra su teli di plastica.
Il veneratissimo tempio di Ashok Binayak si è salvato senza danni evidenti, grazie alle dimensioni estremamente ridotte e dall’essere già di per sé costruito “appoggiato” all’edificio retrostante.

Infine, tornando nella zona centrale e girando verso Basantapur Square, si possono purtroppo ammirare a pieno i danni alla lunga parete laterale del Palazzo Reale.
In realtà, questo grande edificio imbiancato in stile occidentale, dotato di un imponente colonnato, ci è sempre sembrato leggermente fuori luogo tra l’architettura locale a base di mattoni e legno, ma l’attuale aspetto sventrato, con la vegetazione che inizia a crescere tra le rovine, è decisamente peggiore.
Purtroppo la parte posteriore antica ha subito ancor più danni con il crollo degli ultimi piani della Basantpur Tower.

Magra consolazione, ora si possono osservare i tetti di due costruzioni che si trovano nel cortile interno del Palazzo Reale: l’elaborata cima di una torre, probabilmente la Torre di Kirtipur, in uno stile simile all’ormai defunta Torre di Basantapur, ed il Panchamukhi Hanuman Temple, caratteristico per possedere ben cinque tetti ed un’inusuale pianta circolare.

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