martedì 6 giugno 2017

Il trekking dell'Helambu, informazioni generali

Il trekking dell’Helambu è un percorso quasi circolare della durata di circa una settimana che si snoda nella regione omonima, situata oltre il confine nord-orientale della Valle di Kathmandu.
Sviluppandosi a basse quote e relativamente lontano dalle più alte cime himalayane, il trekking dell’Helambu offre panorami meno spettacolari di altri più noti percorsi nepalesi, come ad esempio quelli presso il massiccio dell’Annapurna, ma possiede numerosi aspetti positivi e di un certo interesse.

Innanzitutto, il punto di partenza si trova a meno di un’ora di autobus da Kathmandu, o mezz’ora di comodo taxi, permettendo agli escursionisti stranieri, spesso dotati di poco tempo da spendere in Nepal, di trovarsi a camminare tra i boschi dell’Himalaya già pochi giorni dopo il loro arrivo nel paese.

Le quote modeste, con una punta massima di circa 3.700 metri di altitudine, riducono al minimo le possibilità di nevicate, esclusi i mesi di Gennaio e Febbraio, rendendo il trekking dell’Helambu percorribile quasi tutto l’anno con un abbigliamento piuttosto leggero.
Con il progressivo avanzare della strada carrabile e la relativa vicinanza a grandi centri abitati, non è neppure necessario portare il sacco a pelo, articolo tanto utile quanto ingombrante, e ci si può affidare alle grandi copertone reperibili in ogni locanda.

Seppur, come già accennato, il trekking dell’Helambu non sia particolarmente noto per la vista sull’Himalaya, al contrario possiede una certa notorietà per la presenza di tipici villaggi di etnia sherpa, che solitamente sono più diffusi a quote maggiori.

Anche dal punto di vista naturalistico questo percorso offre alcuni vantaggi, sviluppandosi interamente al di sotto della linea degli alberi ed ospitando flora e fauna particolarmente vari.

Per quanto riguarda la difficoltà, fino ad un paio di anni fa il trekking dell’Helambu veniva considerato di livello medio-facile, con gli unici problemi presenti nelle prime lunghe e ripide tratte, dove, oltre alla fatica, a causa della presenza di numerosi sentieri c’è il rischio di smarrirsi o allungare inutilmente il percorso.
Purtroppo però il terremoto del Nepal del 2015, le cui numerose scosse colpirono duramente questa regione, oltre a danneggiare gravemente la maggior parte dei villaggi, ha causato numerose valanghe che in alcuni casi hanno interessato il sentiero del trekking.
In particolare sono due le zone di un certo pericolo, situate poco prima e poco dopo il punto più alto, il paese di Tharepati, dove il sentiero procede molto stretto lungo un terreno friabile di ghiaia e sabbia, sul cui “lato valle” si apre una ripida, e presumibilmente fatale, scarpata di alcune decine di metri.
In condizioni climatiche ottimali e con una discreta attenzione, a parte qualche apprensione per le probabili vertigini, entrambi i passaggi possono essere superati senza eccessivi problemi, ma in caso di non improbabili piogge e temporali, la situazione potrebbe essere decisamente rischiosa.
Nonostante questo, grazie ad alcune delle caratteristiche che abbiamo appenza visto, il trekking dell’Helambu può essere percorso indipendentemente, senza l’aiuto di guide e portatori.

La durata dipende essenzialmente dalle condizioni atletiche di chi lo percorre, partendo da un minimo di sole 5 notti, ma per non affaticarsi troppo e godere con calma la piacevole atmosfera di montagna, 6 o 7 tappe sarebbero l’ideale, in base anche alla disponibilità di alloggio ed alla scelta del percorso degli ultimi giorni che, come vedremo, propone alcune alternative.
Considerando che sono passati un paio d’anni dal terremoto e che i lavori di ricostruzione delle locande sono in alcuni casi terminati, nel prossimo futuro non dovrebbero esserci problemi a trovare sistemazioni lungo tutto il trekking, seppur alcune tratte bisognerà comunque dipendere dai radi insediamenti urbani.
Una giornata tipica dovrebbe consistere in circa 6-8 ore di cammino, ma spesso si è costretti ad accorciare o allungare proprio in funzione della disponibilità degli alloggi, anche se solitamente, perfino durante la bassa stagione, una o due locande aperte in ogni paese dovrebbero essere assicurate.

Bisogna anche notare che il trekking dell’Helambu, già prima degli avvenimenti legati al terremoto del 2015, è sempre stato poco frequentato e seppur oggigiorno il turismo in Nepal sia di nuovo in crescita, la Valle di Kathmandu viene completamente ignorata ed i turisti si dirigono direttamente a Pokhara, ad intasare i sentieri di trekking attorno all’Annapurna.
Sull’Helambu invece la presenza di trekker stranieri è molto limitata, in gran parte solo alla prima tratta fino a Tharepati, dove si trova la deviazione che unisce questo percorso con il trekking del Langtang, passando attraverso i laghi sacri di Gosainkund.

Come ultima informazione generale, prima di partire bisogna recarsi all’ufficio turistico situato presso il grande Thundikhel Park di Kathmandu per il permesso del trekking, del costo di circa 25 euro, e del biglietto del Parco Nazionale del Langtang, del costo di circa 30 euro.

Il biglietto del Shivapuri Nagarjun National Park, del prezzo di circa 10 euro, si paga invece all’inizio del trekking, all’ingresso di questa piccola riserva forestale.

Nessun commento:

Posta un commento